sabato 26 febbraio 2011

Negozi dell'usato franchising

Alcuni cercano l'affare, altri girano in cerca di un oggetto curioso o un capo vecchio tornato in auge: magari vorrebbero solo ricomprare il vecchio giradischi che arredava la cameretta quando erano ragazzi.

Sono davvero varie le motivazioni che spingono persone di ogni estrazione sociale a frequentare i mercatini dell'usato di Mantova e provincia: quello che è certo, però, è che queste attività sono molto diffuse su tutto il territorio e hanno ottenuto l'attenzione di una fetta di popolazione affezionata alle vecchie cose e magari attenta alle esigenze del portafogli, sempre più sottile in questo momento di crisi economica.

Non tutti i negozi che trattano materiale usato, però, sono uguali: se alcuni sono gestiti come vere attività produttive - addirittura aperti in franchising - altri fanno riferimento ad associazioni religiose o di volontariato e all'obiettivo di vendere e guadagnare aggiungono una valenza sociale.

Diverse anche le strategie di vendita: nel Mantovano praticamente ogni oggetto usato può essere venduto, l'importante è conoscere il negozio giusto. Alcuni, infatti, si sono specializzati solo in alcuni generi di prodotti. A Borgochiesanuova, ad esempio, il negozio 'La birba' si è lanciato nella commercializzazione di abbigliamento e accessori per bambini.

«Abbiamo voluto creare questa attività - spiega una delle due fondatrici del punto vendita - partendo dalla consapevolezza della velocità con cui i bambini crescono e quindi cambiano abiti e giocattoli. Trattando solamente abiti e accessori di marca diamo l'opportunità a tutti di acquistare materiale di qualità a prezzi nettamente più bassi rispetto al nuovo. Questa scelta è stata compresa da persone di ogni classe sociale ed ogni possibilità economica: i nostri clienti sanno che qui possono risparmiare e vestire bene i loro piccoli».


È il caso di una famiglia che entra nel negozio. Cercano i guantini da neve per il loro bambino di un paio di anni: verranno usati solo in settimana bianca e la prossima stagione saranno già troppo piccoli. Tanto vale allora cercare di spendere poco. E qui lo si può fare senza rinunciare alla qualità.

A Bagnolo San Vito, invece, si trova il mercatino gestito da una onlus, la Remar, di ispirazione religiosa. «Siamo volontari evangelici - spiega Paolo Canuto, responsabile dell'attività - e vendiamo principalmente mobili: facciamo sgomberi e ritiriamo merce usata che rivendiamo non solo ai ceti più bassi, ma anche a giovani coppie o famiglie che si trovano a dover risparmiare sull'arredamento».

Le finalità sono benefiche: i proventi servono a sostenere le missioni e soprattutto la casa di Sermide che offre accoglienza a persone con problemi di dipendenza da alcol e droga. «Con la crisi - conclude Canuto - abbiamo avuto un incremento delle vendite, soprattutto a famiglie di extracomunitari che devono arredare casa e hanno pochi soldi in tasca».

Anche nell'area commerciale Quattro Venti, poi, ha recentemente aperto 'Divesamente utile', un mercatino dell'usato gestito da 'Ce la faremo onlus' di Goito, un'associazione che coinvolge alcuni ragazzi con problemi mentali e che si segnala per una particolarità curiosa: produce tappeti con gli scarti della lavorazione delle calze.

Il più longevo dei mercatini mantovani, però, si trova a Belfiore: Rosa Accorsi lo gestisce dall'ormai lontano 1994. Diciassette anni di lavoro in un'attività che allora non era certo di moda. «Non abbiamo una specializzazione specifica - spiega divertita la Accorsi - preferiamo trattare un po' di tutto. Teniamo in conto vendita solo materiale che ci arriva dai privati: cerchiamo di soddisfare venditori e compratori partendo dal presupposto che non possiamo essere intenditori di tutto. Per questo è possibile fare affari e i clienti lo apprezzano molto. È capitato che qualcuno abbia trovato pezzi rari o pregiati e li abbia pagati molto meno del loro reale valore. È il bello di gestire un mercatino di questo tipo e non un comune negozio».

Abiti, mobili, oggetti, dischi e libri, tutti ordinati in scaffali ed espositori: molti passano per dare un'occhiata, alcuni cercano un oggetto specifico: «I nostri clienti vengono a fare una passeggiata - conclude la Accorsi - e si guardano intorno: a volte comprano, a volte vendono, spesso semplicemente guardano e si informano. Il nostro è un lavoro che si basa tantissimo sul rapporto di fiducia che si instaura con chi si rivolge a noi per risparmiare o monetizzare».

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