martedì 1 febbraio 2011

Guerra a Pescara sulle aperture dei centri commerciali di domenica

Pescara. Nuovi scontri sulle aperture domenicali dei centri commerciali abruzzesi.
A lanciare l’allarme è il capogruppo di Rifondazione in Consiglio regionale, Maurizio Acerbo, convinto sostenitore di una soglia bassa di aperture: una posizione che piace alla piccola distribuzione.
“Grazie alla nostra battaglia - ricorda Acerbo - è stato ridotto nella legge finanziaria di 6 domeniche lo stratosferico numero di aperture previsto dalla legislazione regionale che, con l’assessore Alfredo Castiglione, era arrivato a 44: si consideri che nelle vicine Marche le aperture sono 28 l’anno”.
“Ora l’assessore Castiglione - accusa - prova a riportare a 44 il numero delle aperture con un emendamento alla sua già pessima leggina sul commercio”. L’emendamento è all’ordine del giorno del Consiglio di oggi che si tiene a Pescara.
Per Acerbo, “l’emendamento di Castiglione è una pugnalata alle spalle al commercio abruzzese e soprattutto della città di Pescara, soffocato e accerchiato da un numero di centri commerciali che non ha pari in Europa”.
Ma la battaglia sulle domeniche aperte con i recuperi di chiusura infrasettimanale e la turnazione tra centri commerciali aperti e chiusi ha fatto discutere per settimane anche nel capoluogo.
L’assessore comunale al Commercio, Marco Fanfani, ha fissato con una delibera in massimo 42 su 52 le domeniche in cui si potrà aprire, purché si recuperi con una chiusura nel corso della settimana, preferibilmente il lunedì.
Per ora non c'è stato adeguamento alla soglia di 38 fissata di recente grazie ad Acerbo, visto che, come ha rilevato Fanfani, "ogni quindici giorni modificano la legge e io non posso fare ogni volta un'ordinanza".
Ma la piccola distribuzione è in rivolta, perché la regola vale solo per i centri commerciali più grandi di 1.500 metri quadrati, che nel capoluogo sono solo tre: l'Aquilone, Carrefour e Globo. Tutti gli altri piccoli centri o gallerie commerciali potranno stare aperti anche 52 domeniche, e senza recuperi.

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