giovedì 17 febbraio 2011

Gruppo vision ottica franchising

Il vero «re» degli occhiali nel Belpaese si chiama Dino Scopece, un foggiano di 59 anni (moglie e tre figli tutti impegnati in azienda) al vertice di un impero dopo la fusione fra Vision service e Vision Is, le due anime del neonato Gruppo Vision primo polo della distribuzione ottica in Italia con 1400 negozi affiliati. Un gruppo che in questi anni si è mosso come una falange armata, fra acquisizioni e affiliazioni commerciali con l’obiettivo dichiarato di aumentare il giro d’affari e di promuovere il marchio su scala nazionale e oltre: mille i negozi affiliati in Corea, 52 in Lettonia.

«I nostri contratti di franchising non sono rigidi - dice Scopece - l’affiliato sa che può fare affidamento sulla nostra struttura. Diamo libertà e piena autonomia, ci interessa promuovere opportunità di lavoro, dobbiamo garantire continuità». Il suo motto è «dare lavoro per il lavoro», con Foggia ha già stretto un patto d’azione che lo porterà a investire ancora: «Amo la mia città, anche se non sempre si viene ripagati. Io però le delusioni le faccio durare poco».

Con questa filosofia di vita comincia l’avventura dell’imprenditore Scopece: siamo nel 1980, il futuro re Mida dell’ottica nazionale è un ferroviere in servizio a Roma e, come molti, spera prima o poi nel trasferimento a casa. «A quei tempi il posto fisso era un obiettivo di vita - racconta - mai mi sarei sognato di abbandonarlo, almeno fino a quando non sono stato in qualche modo obbligato a conseguire il diploma di ottico: era il desiderio di mio padre, che all’epoca lavorava nell’ottica Pio Ulivieri di corso Garibaldi (la più antica della città: ndr) e voleva mettersi in proprio. Però voleva che gli dessi una mano, così ci diplomammo insieme: io studiavo nei ritagli di tempo, saltando ferie e riposi. Mio padre riuscì ad aprire il suo negozio, io capii che potevo andare avanti: continuai a fare il ferroviere per qualche altro anno, nel frattempo mi specializzai in optometria a Vinci, altri due anni di corso».

Così Scopece torna a casa, è ancora un ferroviere ormai proiettato nel futuro. Il primo negozio lo apre a Lucera, «per non fare concorrenza a mio padre». Con il socio Vincenzo Barbaro, quache anno più tardi, aprì questa volta a Foggia il Centro ottico Dauno, solo lenti a contatto «che andò bene fino a quando non arrivarono sul mercato le usa e getta». Chiuso il centro di contattologia, Scopece entra nel consorzio Green Vision e apre finalmente il suo primo negozio a Foggia, in piazza San Francesco.

Nel frattempo ha lasciato le ferrovie (senza pensionamento), e si guarda intorno. Ha le idee chiare: « Un’ottica Scopece - dice - non l’aprirei mai. C’è l’uomo dietro il lavoro, ma non siamo immortali e quel che resta dopo di noi è ciò che abbiamo creato». La svolta avviene nel ‘99 quando Scopece fa l’incontro della sua vita: «Con i fratelli Alessio e Moreno Sereni di Roma e un quarto socio che ci ha lasciati due anni fa, pensammo a una struttura commerciale e di forniture di materiale ottico per acquisire una nostra autonomia operativa. Eravamo tutti piccoli commercianti, non ci mancava la voglia di fare».
Il gruppo Vision Is nasce con quattro soci e 25 negozi associati, dieci anni più tardi gli affiliati salgono a 450 prima della fusione con Vision Service una Spa che porta in dote 950 centri ottici affiliati. Prima della fusione il gruppo Vision Is fatturava 40 milioni di euro; oggi la nuova entità può contare su una quota di mercato del 14% con prospettive di crescita più accelerate. Il gruppo si articola tra le sedi operative di Milano, Roma, Genova e Foggia con filiali da Bolzano a Canicattì. «Siamo dapperttutto - dice con orgoglio Scopece - ma il cervello della nostra società continuerà a restare qui a Foggia».
Fonte La Gazzetta del Mzzogiorno

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